Masculin féminin (1966)

(Francia, 1966)

Titolo italiano: Il maschio e la femmina

R.: Jean.Luc Godard. Sc.: Jean-Luc Godard. F.: Willy Kurant. M.: Agnès Guillemot. Mu.: Francis Lai. In.: Jean-Pierre Léaud, Chantal Goya, Catherine Isabelle Dupont, Marlène Jobert, Michel Debord, Birger Malmstern, Brit Strandberg, Brigitte Bardot, Francoise Hardy.

P.: Anouchka Films, Argos Films, Svenk Filmindustri, Sandrews

L.: 2830 metri.

v. c.: n. 51624 del 16/05/1968

 

Vicende censorie

La domanda di revisione viene presentata il 11/05/1968.

"La I° sezione della commissione di revisione cinematografica, visionato il film il giorno 15/05/1968, esprime parere favorevole per la proiezione in pubblico con il divieto ai minori degli anni diciotto, dato che il film stesso, per la scabrosità del dialogo e di alcune scene, non appare adatto alla sensibilità dei predetti minori"

A questo giudizio la Cormons film in data 16/05/1968 risponde:

"La sottoscritta Cormons film ascoltata la delibera della I° commissione di Revisione Film di Codesto On. Ministero, che vieta la visione del proprio film Il maschio e la femmina ai minori di anni 18, e presone atto, dichiara a tutti gli effetti di legge di accettarla e pertanto rinuncia di ricorrere alla Commissione di II° grado".

Un piccolo e curioso taglio preventivo della distribuzione verso la fine del film:
la ragazza viene intervistata e alla domanda che probabilmente voleva riferirsi alla guerra del Vietnam: "mi sa dire in quale parte del mondo in questo momento c'è la guerra?". Risponde: "No è una cosa che non mi interessa". Nella versione originale la domanda e risposta erano ripetuti due volte e la seconda sottolineava con tono stupito la superficialità della ragazza. Nella versione italiana la ripetizione della domanda viene cancellata in modo da alleggerire di molto il giudizio negativo che veniva in questo modo sottolineato.

Due considerazioni: un film del 1966 viene presentato in censura nel 1968 e il distributore non ricorre contro il divieto ai minori di 18 anni. La diffidenza dei grandi distributori e la "fama" d'essai di Godard. Un tentativo di 'nicchia', come si direbbe oggi. A conferma dello scarso appeal commerciale, una inchiesta riferita agli anni '64 e '65 del Giornale dello Spettacolo del 11/02/1967 dal titolo 'Modesto esito commerciale dei film vietati ai minori' riporta:

"(...) constatiamo che il 44.3% dei film vietati ai minori di anni 18 e il 41,2% dei film vietati ai minori di anni14 ha incassato meno di 100 milioni lordi (al produttore al netto e con il rientro dei diritti erariali va il 30% circa). Il 23% dei film vietati ai 18 e il 15,8% dei film vietati ai 14 hanno incassato sempre al lordo dai 101 ai 200 milioni. Pertanto possiamo tracciare un primissimo bilancio: il 67,3% dei vietati ai 18 e il 15,8% dei vietati ai 14 hanno registrato una autentica passività commerciale. (...) 'Il marchio' del vietato ai minori di anni 18 rappresenta in base agli incassi un ostacolo gravissimo per il rendimento di un film, impedisce al film di penetrare nelle proiezioni di profondità in mancanza delle quali è impossibile raggiungere incassi importanti. (...) la provincia conserva ancora non solo solidi principi morali, ma difficilmente scinde il nucleo familiare nel recarsi al cinema."

 


Visto originale: