Il problema della lingua straniera

La spinta all'italianizzazione, in campo sia culturale che più propriamente linguistico, è stato un tratto peculiare della politica del regime fascista, che arrivò a proibire l'uso delle lingue straniere sul territorio nazionale. Nei confronti del cinema, questo atteggiamento si estremizzò quando sugli schermi italiani cominciarono ad apparire i primi film sonori: il diktat fu di non far passare nessuna pellicola parlata in lingua straniera, anche se solo in minima parte.

L'ordine era perentorio e le commissioni di censura lo eseguirono con tale burocratico zelo da dare vita a uno scenario dai contorni curiosi e imprevedibili, talvolta al limite del grottesco, come vedremo a riguardo di alcuni titoli anche celebri che non ci si aspetterebbe di trovare in questo contesto. La storia della censura si intreccia con quelle della distribuzione e del doppiaggio, in questa vicenda affascinante anche se di breve durata (circoscritta dal 1929 al 1933), ben nota agli studiosi ma forse non a tutti, per cui vale la pena ripercorrerne i tratti salienti.

 

2.1 La rivoluzione del sonoro

2.2 Le premesse: prima del doppiaggio

2.3 "Togliere ogni scena parlata in lingua straniera"

2.4 Da Topolino a Greta Garbo

2.5 Casi celebri

2.6 La soluzione: nascita del doppiaggio in Italia