La censura ai film stranieri nella prima metà degli anni '30

All'inizio dell'era sonora, sulla questione della lingua straniera si concentrano le maggiori preoccupazioni della censura italiana, che prosegue intanto il suo lavoro ordinario lungo i binari già tracciati durante il periodo del muto.

L'operato della censura nella prima metà degli anni '30 si attiene ancora abbastanza scrupolosamente alle disposizioni stabilite dal regolamento, anche se la loro applicazione e i parametri di giudizio possono mutare con l'evolversi del contesto politico, sociale, culturale.

"Sopprimere", "ridurre al minimo", "accennare soltanto", "accorciare" sono le formule più ricorrenti che continuano a colpire le scene considerate offensive del pudore, violente e deprecabili, oltraggiose verso istituzioni e autorità, o quelle che si arrischiano ad affrontare temi-tabù come il suicidio.

Dato il peso quantitativamente irrilevante della produzione nazionale, a causa della crisi che investe da lungo tempo l'industria cinematografica italiana, la grande maggioranza dei provvedimenti presi dalla censura riguarda i film stranieri e tra essi quelli americani, che dominano in lungo e in largo il mercato italiano.

 

3.1 L'offesa al pudore

3.2 "Scene truci"

3.3 Censura politica

3.4 Il suicidio

3.5 Non solo tagli: la traduzione