Alejandro Jodorowsky: Ogni paese ha la sua malattia, ogni paese ha la sua censura

Dichiarazioni di Alejandro Jodorowsky raccolte da Sergio Fant, marzo 2001.

La verità artistica non è né politica ne religiosa

I modi di affrontare il tema della religione - sia che parliamo di Cristo, di Buddha o del profeta Maometto - sono vari. Uno è andare all'attacco: creare scandalo, commettere sacrilegio.

Tecnica, questa, che ritengo piuttosto primitiva e che non serve a nulla. Quelli che non credono in Buddha pensano di non aver nulla da imparare e quelli che, invece, ci credono si arrabbiano e hanno voglia di ammazzarti.

È lo stesso motivo per cui trovo assolutamente inutile il cinema politico. Se faccio un film comunista, ai comunisti non interessa. Agli anti-comunisti non gliene frega niente e neanche loro andranno a vederlo.

L'arte non deve essere macchiata o sporcata da nessuna ideologia, ma sorgere dal profondo dell'inconscio. La verità artistica non è né politica né religiosa.

L’artista e la rappresentazione degli dei

Se scelgo di raccontare dei personaggi della religione lo farò per esaltarli a modo mio. Alla maniera di un artista che si scontra con la mentalità dei credenti. Toglierò la fetta di prosciutto che copre i loro occhi e gli mostrerò Dio da un altro punto di vista, forse meglio di quanto non riescano a fare loro.

In nessun caso, comunque, un Papa inetto può riuscire a vedere Dio. Il Papa è un politico e quindi non è in grado di vederlo.

Un artista può vedere che cosa è Dio, immaginarlo o proporre una propria visione di Buddha, di Cristo. Vedere tutti questi dei come pagliacci, come clowns.

Vi mostreremo Cristo con il suo naso rosso, quel clown di Buddha, quel pagliaccio di Maometto...

Ne faremo dei divi meravigliosi. Vi mostreremo un Cristo che vi tira fuori delle rondini dal culo.

La censura è una decisione di famiglia

I censori sono dei malati e la censura non deve esserci. Bisogna semplicemente dire se il tal film è adatto o meno ai bambini o a un certo pubblico.

Però se dei genitori vogliono far vedere a un bambino di sei anni una doppia penetrazione anale in un film pornografico, possono farlo. Non c’è alcun problema: sono loro a scegliere. La censura è una decisione di famiglia.

Una censura per adulti è mostruosa e non deve esistere. Noi abbiamo la libertà di pensare e di dire tutto ciò che vogliamo. Possiamo scolpire una statua di Buddha con dei cumuli di sterco di cane. Possiamo dire qualunque cosa in tutta libertà.

Ogni paese ha la sua censura

In Messico avevo problemi solo quando giravo. A film finito scomparivano tutti. Nei miei film proponevo davvero qualcosa di nuovo, ecco perché scioccarono molto. Ma, a dirla tutta, non ci fu nemmeno tanto da discutere.

Ogni paese mi ha tagliato qualcosa di diverso. In Inghilterra, ad esempio, mi hanno tagliato quella scena di El topo in cui il protagonista si pulisce le mani sporche di sangue sui seni di una donna. Ogni paese taglia scene diverse perché ha malati diversi. Quelli inglesi non sono come i francesi, né come gli italiani.

Ogni paese ha la sua malattia. Ogni paese ha la sua censura.