1.3 Il dopoguerra

In sede di Assemblea costituente, in particolare su spinta della Democrazia Cristiana, si riconosce "l'opportunità di stabilire per la cinematografia un'eccezione al divieto della censura preventiva, soprattutto a scopo di tutela della pubblica moralità".

In questo convincimento si ritrova quello che i giuristi hanno definito un "elemento di continuità nella legislazione di settore, nel passaggio dal periodo liberale a quello fascista a quello repubblicano": vale a dire, quell'"atteggiamento di particolare diffidenza" nei confronti della libertà di espressione in ambito cinematografico e anche teatrale. Riguardo al cinema, ciò è dovuto principalmente al fatto che in genere si riconosce a questo mezzo espressivo una grande capacità di influenza sullo spettatore, a livello sia quantitativo (perché fruibile da una vasta collettività) sia qualitativo (la complessità del suo linguaggio permette di imporre allo spettatore, con particolare potenza, una visione modificata della realtà).

 

  • L. 16 maggio 1947, n. 379 L'Assemblea costituente affida il controllo preventivo sui film al nuovo Ufficio centrale per la cinematografia, costituito presso la Presidenza del Consiglio, previo parere delle Commissioni di primo e secondo grado, nuovamente mutate nella loro composizione. Si elimina l'obbligo della revisione dei copioni, ma per il resto sono confermate tutte le disposizioni contenute nella legge del 1923, compresa la casistica delle scene da proibire.

  • L'art. 21, comma VI, della Costituzione recita: "Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni".

  • La l. 29 dicembre 1949, n. 958 non apporta nessuna innovazione in materia. La necessità di un aggiornamento della disciplina si realizzerà solo con la legge 161/1962, che in ogni caso, nonostante le novità, manterrà il sistema della censura preventiva.

 

Bibliografia

P. Caretti, Diritto pubblico dell'informazione, Bologna, Il Mulino, 1994.

 

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