Ultimo tango a Parigi (B. Bertolucci, 1972)

(Italia-Francia, 1972)

R.: Bernardo Bertolucci. S. e Sc.: Franco Arcalli e Bernardo Bertolucci. F.: Vittorio Storaro. M.: Franco Arcalli. Scgf.: Ferdinando Scarfiotti. Mu.: Gato Barbieri. In.: Marlon Brando, Maria Schneider, Jean-Pierre Leaud, Massimo Girotti, Maria Michi, Catherine Breillat.

P.: Alberto Grimaldi per P.E.A. / Les Productions Artistes Associés (Paris)

L.: 3627 metri

v. c. n. 61363 del 12/12/1972 - vm 18 - tagli 3, metri 10.

        seconda edizione v. c. n. 83602 del 30/06/1988 - vm 14 - L.: 3398 metri

        tagli, metri 93,80.

 

Trama

In un appartamento da affittare, Paul incontra Jeanne e le impone il primo d'una lunga serie di violenti rapporti sessuali. Nonostante il patto, da lui voluto, di non dirsi nemmeno il nome, nei successivi incontri, i due, Paul soprattutto, tracciano di loro minuziosi ritratti di esseri disgregati, alla deriva. Paul, 43 anni, americano, figlio di alcoolizzati, reduce da fallite esperienze, conviveva da cinque anni con Rosa (tenutaria d'un alberghetto equivoco), appena uccisasi. Jeanne, combattuta fra l'attrazione e il disgusto per il maturo amante e il fascino del coetaneo Tom, regista velleitario, fantasioso, ma sincero e affezionato, si dispone al matrimonio con quest'ultimo. Nei colloqui con la suocera, con Marcel, che è stato amante di Rosa, e vegliando il cadavere di questa, Paul passa repentinamente dalla calma dolorosa agli accessi di furore e alle crisi di pianto. Capitati in mezzo ad un concorso di ballo, Jeanne ripete il suo rifiuto a Paul, che la supplica di ricominciare e intanto si ubriacano. Jeanne, inseguita da Paul, fugge nella propria abitazione e lo uccide.

 

Il film esce nelle sale il 15 dicembre del 1972, ma già il 21 dello stesso mese è sequestrato con l'accusa di spettacolo osceno. Nel febbraio del 1973 il Tribunale di Bologna assolve autori e film; nelle sale la pellicola ottiene uno strepitoso successo con oltre sette milioni di spettatori, riceve anche la nomination agli Oscars. Il nuovo processo d'appello si conclude ancora con una condanna e tale sentenza è confermata dalla Cassazione nel gennaio 1976. Nel 1978 la Corte di Appello di Bologna ordina la distruzione delle copie positive, su tutto il territorio nazionale,  e perfino del negativo vengono salvate solo tre copie che sono consegnate alla Cineteca Nazionale.  
Riabilitato dalla censura e unanimemente considerato ‘capolavoro’, l’opera torna in sala nel 1987, ben quindici anni dopo la prima proiezione.

 

Bibliografia:

Tatti Sanguineti, a cura di, Italia taglia, Transeuropa, Ancona, 1999.

Enzo Sallustro, a cura di, Censure: film mai nati, proibiti, perduti, ritrovati, Silvana Editoriale, Milano, 2007.

 


Visto originale: