La spiaggia (A. Lattuada, 1954)

(Italia, 1954)

R.: Alberto Lattuada. S.: Alberto Lattuada. Sc.: Luigi Malerba, Rodolfo Sonego, Alberto Lattuada. F.: Mario Craveri. M.: Mario Serandrei. Scgf.: Dario Cecchi, Maurizio Chiari. Mu.: Piero Piccioni. In.: Martine Carol, Raf Vallone, Mario Carotenuto, Clelia Matania, Carlo Romano.

P.: Titanus

L.: 2935 metri

v. c. n. 15921 del 03/02/1954 - vm 16

        seconda edizione v. c. n. 53146 del 25/01/1969 - vm 14 - L.: 2800 metri

        terza edizione v. c. n. 89849 del 27/09/1995 - L.: 1004 metri in 16m/m

 

Trama

Anna Maria, una giovane donna che vive in una "casa chiusa", si prende una vacanza per condurre al mare la propria bimba, Caterina. Le circostanze la obbligano a prendere alloggio in un albergo di lusso, frequentato dalla ricca borghesia: ella si spaccia per vedova e il suo contegno serio e dignitoso le concilia le generali simpatie. Tutto va bene fino al giorno in cui nell'albergo prende alloggio un tale che conosce Anna Maria e sa quale sia la sua vera condizione. Egli tenta di abbordarla con galanti proposte: respinto, si vendica rivelando ad un amico il doloroso segreto che la donna ha finora potuto custodire. Un incidente fa si che la verità venga ben presto conosciuta da tutte le ospiti dell'albergo, le quali, benchè il loro contegno sia tutt'altro che irreprensibile, si mostrano indignate e reclamano l'espulsione della pecora nera. La sera stessa però si produce un colpo di scena: un maturo miliardario, che è il più ricco proprietario del luogo e nutre per la donna un onesto interesse, le offre il suo braccio e le fa percorrere tutta la passeggiata tra i reverenti saluti dei villeggianti. Anna Maria può ritornare a fronte alta al suo albergo.

 

Il Film viene portato in Parlamento per la questione del taglio del passaggio de “L'Unità” tra il sindaco comunista e un prete all'interno di un treno, dopo essere stato sottoposto ad interrogazione parlamentare viene deciso il taglio della scena in questione e altri tagli sui costumi da bagno troppo succinti.

Alberto Lattuada in “Filmcritica” n.158, 1965:

“(...) Il film andò in parlamento, sapete? Perchè io rovesciavo i valori tradizionali, attaccavo la borghesia, perchè le puttane erano perbene e le signore perbene erano puttane (...).”

Guido Aristarco in “Cinema Nuovo” n. 3, 15 marzo 1954:

“(...) Con questa Spiaggia sornionamente epigrammatica, metà festosa e metà maligna. Lattuada consegna ora un modello quasi perfetto per il genere della commedia cinematografica, di cui gli altri paesi sembravano celare le segrete ricette (...).”

 

Bibliografia:

Tutto su La spiaggia nell'esaustivo volume:

Tatti Sanguineti, a cura di, La spiaggia, Le Mani, Recco (GE), 2001.

 


Visto originale: